A volte, nei miei lunghi spostamenti alla scoperta di paesi più o meno esotici, amo fare una pausa, un momento in cui poter avere lo stesso comodo letto per un po’ di giorni, la possibilità di avere a disposizione buon cibo, di ogni genere, tutti i servizi (dalla lavanderia, ad internet), e, magari, anche rimettere in sesto il fisico un po’ provato. Tutto questo pero’, cambiando paese ogni giorno, perché, dopo tutto, resto comunque una viaggiatrice. Ecco che a volte la crociera risulta la risposta ideale, soprattutto quando si trovano super offerte (francamente avrei speso di più a casa in quindici giorni!). Questa crociera mi ha portato a scoprire alcune isole dei Caraibi che non conoscevo, a rivederne altre dove ero stata alcuni anni fa e in due addirittura circa trenta anni fa e, francamente, non ho riconosciuto nulla, quindi è stata una nuova scoperta, anche se, in un caso, decisamente deludente. Ma….come direbbe qualcuno: i Caraibi, oggi, sono per tutti!
Turks and Caicos
La nave si ferma a Grand Turk: la cittadina di Cockburn sembra un grande paese, poche strade che si intersecano, qualche hotel.
Malgrado Turks and Caicos facciano parte della Gran Bretagna 🇬🇧 (prova ne è la bandiera),
la moneta ufficiale è il dollaro americano. Ed il paese sembra molto di più ad una colonia americana: soprattutto lo stile delle case, ed il forte accento “yankee “ della gente.
Qualche asino girovaga tranquillo tra le abitazioni, in cerca di cibo.
In città la vita scorre piano piano, senza stress. Il turismo è sicuramente l’attività che impiega la maggior parte della popolazione, e anche qui il Covid ha fatto disastri, semplicemente perché tutte le attività si sono fermate. E’ lui, Mr. Crab, “così mi chiamano tutti”, un simpatico signore locale coetaneo, a cui ho chiesto una semplice informazione per strada e che, invece, ci ha gentilmente portato in giro per l’isola, che ci racconta come vive la gente qui, in modo molto semplice e sempre uguale. “Mi piace prendermi cura della mia moto…… ed anche della mia “girlfriend “. Per il resto, meno male che ogni tanto arrivano le navi da crociera e si può chiacchierare con qualcuno. Mi raccontate qualche storia? “. E’ contento e non ci vuole lasciare partire, ascolta con grande interesse le nostre avventure di viaggiatrici del mondo…. domenica, quando porterà la sua fidanzata a fare il giro dell’isola ( 11 chilometri di lunghezza per 2,5 di larghezza!), avrà il suo momento di gloria, quando potrà raccontare l’incontro con un’italiana che vive in Francia ed un’inglese che vive in Australia.
Ma il vero gioiello di Grand Turk sono le spiagge. E qui, vi porto in una delle più belle spiagge mai viste in vita mia. Sabbia bianca, fatta di quella rena sottile con pagliuzze argentate di finissimo corallo, che massaggiano delicatamente il piede, un cielo azzurro che guarda un mare trasparente dalle varie tonalità di smeraldo, e, dietro, alberi verde oliva che creano una macchia di natura selvaggia.
Governor beach e’ il paradiso in terra per gli amanti delle spiagge, Qui tutto è perfetto, un regalo di madre natura, che non ha perso la bellezza di oltre trent’anni fa, quando visitai questi luoghi per la prima volta.
A meno di un chilometro, ci sono tutti i servizi per chi cerca la comodità: lettini, ombrelloni e ristorante.
Guardate questa foto….non è un quadro, ma una semplice foto scattata con un I-phone.
E questo è uno scatto fatto dalla nave.
Lascio questo piccolo angolo di mondo, un bel contrasto tra la bellezza naturale di un mare dalle mille sfumature, che cambiano nelle ore del giorno, ed uno stile di vita, probabilmente senza sfumature. Voglio ricordare questo luogo con la targa delle auto: “Grand Turk, beautiful by Nature”. E un grazie a Mr. Crab, che ci ha mostrato la sua isola con la gentilezza e l’accoglienza che si riservano agli amici preziosi, chiedendo semplicemente, in cambio, una storia di vita.
Santa Lucia
Santa Lucia e’ una delle isole caraibiche che incarnano perfettamente il concetto di sogno, con vette vulcaniche, paesaggi lussureggianti ed un bel mare che sfiora spiagge mozzafiato.
Le sue origini vulcaniche hanno lasciato tracce, nei due rilievi più fotografati dei Caraibi, due iconici picchi patrimoni dell’Unesco, che possono anche essere scalati : le Gros Piton (770 m) e il Petit Piton (743 m), anche se in realtà la cima più elevata è il Mount Gimie (950 m). La leggenda lega il nome al giorno della sua scoperta il 13 dicembre (Santa Lucia) 1502 da parte di Cristoforo Colombo.
Ma l’isola, prevalentemente montuosa, ha anche spiagge di sabbia chiara e baie incastonate in mezzo al verde.
A Castries, la trafficata capitale, arrivano molte navi da crociera, quindi tutto è fatto per i turisti che hanno poco tempo.
Il centro ha edifici, anche in legno, di questi, molti sono colorati.
Nel paese c’è un’importante comunità rastafariana, molto allegra, che ama chiacchierare con i turisti: alcuni gestiscono bar e ristoranti, e, spesso, dai locali, si diffonde nell’aria un profumo di erba, marijuana pura.
Ma i nativi si incontrano anche sui piccoli autobus, che attraversano il paese, con un dollaro a persona, decisamente il mezzo più economico, comodo ed efficiente che si possa trovare.
Fate attenzione, solo nei posti molto turistici, perché qualche ragazzo cercherà di dirvi che non potete salire sull’autobus perché è solo per la gente locale, cosa che non è assolutamente vera, insomma una forma di razzismo all’opposto, nei confronti dei bianchi. Il motivo è perché vuole vendervi una corsa in taxi, sostanzialmente farvi pagare 20$/persona contro 1$/persona. E quando gli dirò che non è vero che non posso prendere l’autobus, che, invece, si fermerà quando lo chiamerò con la mano alzata, cercherà di dire all’autista, in creolo, di non caricarci. In realtà, l’autista del minibus sarà molto gentile e ci dirà tranquillamente di salire e prendere posto, trattando in malo modo il ragazzo, dandogli del razzista.
La zona più turistica del paese si trova ad una decina di chilometri a nord, Rodney Bay, che ospita una marina internazionale.
Poco più avanti c’è il caratteristico villaggio di pescatori Gros Îlet, famoso per le serate caraibiche del venerdì sera.
Durante il giorno tutto tace, e la passeggiata lungo il mare, mostra le contraddizioni di questo paese: nel primo tratto, case in legno, colorate, ma semplici, a volte anche umili, si alternano a piccoli bar che servono liquori casalinghi e il famoso rum Bounty.
Di fronte, un pescatore ripara le sue reti.
E poi mi capita una scena decisamente particolare . Nel marzo 2022, durante una crociera a Santa Lucia, vidi, davanti a casa sua, questo signore, e gli chiesi se potevo fotografarlo.
Fu molto gentile e quando gli chiesi il nome mi disse: “tutti mi chiamano Flynn”. Oggi, febbraio 2025, sto camminando sul lungomare, quando, all’improvviso, lo vedo, seduto nello stesso identico luogo. Lo chiamo: “Hi Flynn, how are you?”. E’ contento quando gli mostro la foto scattata 3 anni fa e si mette subito in posa, perché, mi dice, “ero serio quando mi hai scattato la prima foto e, oggi, non voglio deluderti!”. Grazie Flynn, magari ci rivediamo tra qualche anno, nello stesso posto.
Poco più avanti, le spiagge diventano fine sabbia dorata, e il contesto cambia totalmente. I ricchi resorts appaiono all’improvviso. Questo è lo splendido Sandals Santa Lucia, un all inclusive 5 stars, con anche alcuni bungalows a palafitta sul mare.
Per proseguire lungo la spiaggia, occorre attraversare un fiume. E qui c’è una campana da suonare per chiedere l’intervento del barcaiolo, che ti porterà in pochi minuti sull’altra sponda.
Qui si trova un’altro Hotel d’eccellenza, il Landing Resort & SPA.
Proseguendo, si arriva in uno dei luoghi più belli di Santa Lucia, il Pigeon Island Park. In passato, nel 1550, il pirata francese detto Gamba di Legno, attaccava da qui i galeoni spagnoli di passaggio.
Il luogo divenne poi un importante zona militare. Oggi è un bel Parco Nazionale: la passeggiata interna (il biglietto costa 10$), permette di ammirare i resti di antiche costruzioni militari e cannoni.
Ma è soprattutto il panorama mozzafiato dell’isola, che attira molti turisti.
A sud dell’isola, si trova invece la parte più montagnosa, che si spinge anche all’interno, dove si attraversano vallate ricche di foreste tropicali e cascate.
Soufrére è circondata da sorgenti di acqua sulfurea: fondata dai francesi nel 1746, il villaggio si trova tra i monti Pitons e l’omonima baia. Da non mancare, un tuffo nella cascata Toraille e poi un rigenerante bagno nelle acque sulfuree.
Dopo Soufrère, il paesaggio interno offre scorci panoramici sui Pitons, gli iconici vulcani patrimonio UNESCO.
Santa Lucia è forse il luogo nei Caraibi dove ho trovato le persone più gentili. Anche solo passeggiando con la mia amica, spesso abbiamo incrociato uomini, donne e ragazzi, in bicicletta o a piedi, o addirittura in auto, che ci salutavano e chiedevano se era tutto ok o avevamo bisogno d’aiuto. Uno dei paesi più “friendly ” mai visitati in vita mia, decisamente uno dei miei favoriti nei Caraibi.
La nave riparte, rotta verso Saint Vincent e Grenadine
Stay tuned