Niger 🇳🇪

 

Uno dei paesi che più ho amato in Africa é il Mali, così intenso, tragico e straordinariamente vivace, con le sue immani contraddizioni che stordiscono. Mali e Niger non solo dividono il confine, ma anche lo stesso passato ed uno spazio di natura pura, dato dal fiume Niger, che serpenteggia vanesio e, in un certo senso, nel bene e nel male, organizza la vita degli abitanti.

La storia insanguinata del Niger passa dall’impero Songhai fino alla colonizzazione francese. Il colpo di spazzola « libera »i paesi nel 1960, ma è una libertà apparente, legata al filo di regimi autoritari e gruppi di fanatici che continuano a cercare di dominare un popolo senza guida.

Lo stato di povertà assoluta attanaglia il paese da sempre.

Il Niger è immenso: un territorio occupato per due terzi da un deserto misterioso e pieno di insidie. Il Sahel (nome di derivazione araba, che significa sponda o bordo) è quella parte di territorio che divide l’Africa da est a ovest. Ed è qui che si trova il Niger, al confine con il mitico Sahara.

È complicato organizzare un viaggio in Niger oggi, con i rischi di una nuova e irruenta escalation del  jiadismo nel Sahel.

Sono partita sola per raggiungere un piccolo gruppo di temerari viaggiatori del mondo con cui condividere l’esperienza di visitare l’ennesimo paese africano. Appena atterrata, mi sono vista trattenere il passaporto dalla polizia. E’venerdi, l’una del mattino ed il commissario speciale dell’aeroporto mi consegna un foglietto dicendomi che potrò recuperare il mio passaporto lunedì mattina.

Panico…ma non posso fare nient’altro che uscire e spiegare l’accaduto alla mia guida locale, che mi annuncia che, a causa della situazione di sicurezza, che è decisamente peggiorata questa settimana, i militari hanno appena confermato che non sarà sicuro viaggiare fuori città. La scorta avrebbe dovuto accompagnarci per tutto il tour, ma ora non sarà permesso uscire dalla capitale. Ed eccolo, l’articolo su un noto giornale  politico,  che conferma che JNAM (affiliato ad Al-Qaeda) ha rivendicato l’attacco ad un posto di blocco militare nella periferia della capitale alcuni giorni fa. Non era mai successo che si sfiorasse la strage così vicino al centro più importante del Niger, il cuore pulsante di un paese allo sbando.

Sarà un viaggio che dovrà adattarsi alla situazione giorno dopo giorno, purtroppo con modifiche sostanziali a quel bel programma che avevo amato.

Ma chi sceglie di venire in questi luoghi ben sa che ci vuole un grande spirito di adattamento.

Niamey si trova principalmente sulla riva sinistra del fiume Niger. Negli anni 1970, dopo la costruzione del ponte Kennedy, la città si è espansa sulla riva destra, zona famosa per la coltivazione delle arachidi.

 

Niamey era una città cosmopolita: il passato coloniale francese e’ evidente, anche se, oggi, la Francia è decisamente Odiata….tant’è che mi è stato detto di non parlare in francese, perché potrebbero pensare che faccio parte di quella “Grandeur” ; La gente ha un risentimento o sentimento anti-francese, risultato di vari fattori politici, storici ed economici.

Penso sia interessante darvi un quadro della situazione: la maggior parte dei cittadini pensa che la Francia (anche dopo l’indipendenza del 1960) continui a perpetuare l’eredità di sfruttamento, che influenza l’economia del paese. Il fatto che si utilizzi ancora il franco CFA (non solo in Niger, ma in molte ex colonie francesi) e’ visto come una forma di neo colonialismo. La valuta, non solo è strettamente legata all’euro, ma è controllata in gran parte dalla Francia  e questo  limita l’autonomia economica.

La Francia continua a sfruttare le risorse naturali del paese: in particolare l’uranio, risorsa fondamentale per le centrali nucleari. Il Niger è uno dei principali produttori mondiali di uranio. Potrebbe essere uno scambio alla pari se non fosse che le retribuzioni dei profitti non aiutano, anzi sfruttano la popolazione nigerina che vive in condizioni di estrema povertà.

La Francia ha condotto svariate operazioni militari nell’Africa occidentale. Malgrado abbia dichiarato che gli interventi sono per combattere il terrorismo, la percezione della popolazione e’ che sia una mera ingerenza per perseguire i propri interessi strategici. Tant’è che la sicurezza del paese non è migliorata.

Infine, ci sono nuove potenze che si sono insediate e cercano di aumentare la loro influenza nel territorio. Cina e Russia si pongono come alternative e, facendo leva sul forte sentimento anti-francese, criticano l’eredità coloniale della Francia. Un brutto quadro, dai contorni sbiaditi, che lacera ancora di più una popolazione allo stremo.

La Francia ha abbandonato il paese (le truppe ed il personale diplomatico sono tornati a casa e l’ambasciata francese è stata chiusa) dopo il colpo di stato del luglio 2023.  Per il Niger tutte le presenze considerate neocolonialiste non sono più benvenute, ma è soprattutto il governo di Macron che è considerato peggio di un nemico, da abbattere per garantire la « sovranità » del paese. È proprio questo che i cittadini nigerini e la giunta militare al potere prospettano e acclamano, la liberazione dalle influenze coloniali e l’inizio di una nuova « vita » con l’autonomia. Ma ci sono anche aspetti negativi, primo fra tutti la capacità del paese ad affrontare da solo (dopo il ritiro delle truppe francesi) la sicurezza della popolazione, fortemente minacciata da cruenti gruppi jihadisti. E poi eccoli, i “nuovi arrivati”, Russia e Cina che potrebbero non offrire le stesse garanzie, sia per quanto riguarda la stabilità del paese che per il rispetto dei diritti umani. Per non parlare delle operazioni internazionali contro il terrorismo, che taglierebbero fuori questo importante paese.

Una situazione sul filo del rasoio, che, paradossalmente,  ha coinvolto anche me, semplice viaggiatore, facendomi trascorrere la maggior parte del tempo in un commissariato di polizia, dove sono stati messi a dura prova i nervi e la capacità di interagire con persone che ti credono spia occidentale e ti tartassano sperando in un autogol. L’animosità verso la Francia è pericolosa perché manifestata con odio profondo….un gruppo di ragazzi mi dirà che la Francia deve sparire dal mappamondo. E quindi, quando finalmente sarò libera di lasciare il commissariato di polizia (comunque senza passaporto che mi verrà consegnato solo un’ora e mezza prima dell’imbarco all’aeroporto), in realtà la mia visita del paese sarà limitata alla capitale e periferia.

Per una che sognava un’immersione nella cultura locale, come avevo fatto in Mali, sarà un colpo durissimo.

 

 

In una domenica mattina autunnale, in un paese dove il 98% della popolazione è mussulmano, sembra strano vedere donne e bambini vestiti a festa, in una chiesa, durante la celebrazione della messa. Non si può fotografare all’interno della cattedrale, gremita, ma sarà possibile riprendere le  cappelle intorno. E poi la gente che esce, sorridente. Le donne si mettono in coda per prendere il regalo per i bambini. l’atmosfera è tranquilla e rilassata.

 




A proposito di bambini, vi comunico alcuni dati molto allarmanti. Il Niger, nel 2010, aveva una popolazione di circa 15,8 milioni di abitanti. Negli ultimi decenni, il paese ha avuto una crescita demografica molto rapida. Il 98% della popolazione è mussulmana sunnita.

Con uno dei tassi di fertilità più alti al mondo (7 figli « vivi » per donna), oggi il Niger dichiara circa 26 milioni di abitanti, e si stima che nel 2050 possa raggiungere 70-75 milioni di abitanti. Chiudo questo tragico capitolo ricordando che il reddito medio annuo pro-capite in Niger è tra i più bassi del mondo (circa 550 dollari anno). la maggior parte della popolazione lavora in agricoltura di sussistenza.

Le condizioni economiche e sociali dei nigerini sono drammatiche, soprattutto per le donne, come in gran parte dei paesi africani.

In Niger la condizione delle donne è tragica: Nessun diritto, accesso all’istruzione tra i più bassi al mondo, anche perché molte ragazze vengono date in sposa già tra i 12 e i 15 anni. L’unico lavoro è nel settore agricolo, ma non hanno un’autonomia economica, e sono anche vittime di violenza. Uno dei luoghi peggiori dove vivere, al mondo, per una donna, tant’è che, potrà sembrare assurdo, ma la violenza di genere, inclusi abusi domestici e matrimoni forzati,  e’ accettata culturalmente. Purtroppo ho anche notato che le nuove generazioni (maschi e femmine), che nascono come funghi, addirittura non parlano più francese, ma solo la lingua locale.

Nel paese ci sono circa 20 lingue etniche. Abolendo il francese,  risulterà difficile anche comunicare tra loro. Con questa situazione, quale  futuro potrà esserci per le prossime generazioni?

Il cuore vibrante di ogni città africana è il mercato. Qui si incrociano le varie etnie, ciascuna con una lingua, storia e cultura uniche.

I Djerma-Songhai agricoltori stanziali, i tuareg, gli allevatori nomadi, i Peul o Fulani, allevatori semi-nomadi e i neri Haussa, stanziali, principalmente islamici, ma con ancora credenze animiste.

 

Nel mercato sono tanti i carretti che vendono cavallette fritte,  la fonte di proteine a basso costo, per una popolazione molto povera.

 

Per il resto è un classico, rumoroso e colorato mercato africano, con cibo

 



 

 

 

Abiti

 

 

 

 

venditori di ocra ed erbe medicinali,

 

 

 

 

 

 

Questa è la parte che più colpisce un visitatore esterno:  oltre alla medicina tradizionale, molte pratiche spirituali africane, usano teschi di animali, radici, peli e pelli, oggetti amati da sedicenti guaritori e praticanti voodoo. 

 

 

 

E poi i venditori di spezie

 

Di libri

I sarti

 

 

 

Questa è la sezione dove si fabbricano e vendono oggetti di uso quotidiano e si fanno riparazioni per biciclette e moto

Il tipico ordinato caos africano

 

 

 

Nel Musée National si trovano esempi di case locali, oggi esistenti solo più in paesi di campagna e, per gli amanti di Jurassic Park, scheletri di dinosauri enormi. Il Niger conserva moltissimi resti fossili di sauri: nel deserto del Tenere’ c’è uno straordinario cimitero di dinosauri: spero un giorno di poterci andare. 

 


Alcuni resti si trovano anche nel modernissimo aeroporto di Niamey,

 

 

Andando verso la periferia, si vedono momenti di vita quotidiana

Nella periferia della città la vita scivola sulle onde lievi del fiume Niger. Quanta poesia, in questo specchio incorniciato, fonte d’acqua, luogo di trasporto, bacino per la pesca e l’ irrigazione agricola.

La « pinasse », la rustica imbarcazione datata e zoppicante, ci accoglie senza veli, e parte, lenta, sbuffando come se l’avessimo appena svegliata dal lungo letargo.

La pinasse e’ stretta e lunga, e’ fatta in legno ed è caratterizzata da un fondo piatto, che le permette di navigare in  acque basse (durante la stagione secca), e attraversare anche i passaggi stretti del mitico Niger. Ci sono pinasse a remi ed altre dotate di piccoli motori, per permettere un trasporto più importante di beni e persone: si, perché la pinasse rappresenta veramente il legame tra le comunità locali ed il resto del mondo. Tutto il trasporto ed il commercio locale delle comunità lungo il Niger avviene tramite queste semplici ma efficaci piccole imbarcazioni

Ci sono vari tipi di pinasse, anche con tettucci che riparano dal sole

 

 

Il mondo qui ha i ritmi rilassati e lo sguardo tenero di un padre d’altri tempi. 

 

L’uomo solitario pagaia seguendo la musica del suo cuore.

 

 

La coppia torna dal mercato,

 

i ragazzi trasportano la moto e, forse, le loro speranze nel futuro, verso la città,

 

 

le ragazze e le donne si lavano, e fanno il bucato e puliscono le pentole, circondate da  bambini che sguazzano ridanciani, nella eterna ricerca della felicità.

 


Le reti vengono lanciate con la delicata forza della speranza.

 

 

In mezzo al fiume, piccole isole, gioiosi punti di verde intenso, raccolgono il riposo degli uccelli acquatici. Ibis e molte altre specie di volatili, sostano in queste oasi felici, prima di riprendere il loro viaggio

 

 

Poco oltre, non lontano dalla riva, uno degli esseri più pericolosi del mondo, sbadiglia, spalancando fauci enormi. Gli ippopotami sono enormi, ma sembrano così paciosi in questo contesto: dopo gli avvenimenti accaduti in questo paese,  dal mio arrivo, loro sembrano semplicemente un meraviglioso incontro della natura amica.

 

La pinasse continua il suo viaggio in mezzo alla natura

 

 

E la conclusione di questo strano e tristemente brutto  viaggio nel paese, fatto di coincidenze amare, malintesi enormi e tensioni al limite, non poteva che essere l’incontro di anime pure, in un villaggio di un’isola sul fiume Niger. Qui vivono all’incirca 200 persone, più o meno 12-13 famiglie: pochi uomini, forse il doppio di donne, tutto il resto, bambini. Accorrono tutti sulla riva del fiume, a vedere quei visi pallidi ed un po’ impacciati che, chissà cosa saranno venuti a fare qui!

 

 

La vita  si muove con gli stessi ritmi: le donne preparano il cibo,

 

 

 


accudiscono i bambini, puliscono casa, lavano, stendono.

 

 

 


Gli uomini controllano gli animali, pescano.

 

 

Stormi di pipistrelli 🦇 lasciano gli alberi per levarsi in volo, rumorosi, dopo che un capo villaggio ha semplicemente urlato loro di andarsene

 

gli uomini posano con l’orgoglio del capo villaggio

 

E poi i bambini, tanti, tantissimi…..troppi, in un paese poverissimo

 

 

 

 

 

 

Chiudo con una carrellata di ritratti…..chissà forse ci rivedremo, anche se temo che  l’odio attuale verso alcuni paesi (di cui io faccio parte), avrà una lunga e brutta vita.

 

 

 


 

 


Una risposta

  1. Per avere questo tipo di notizie sembra davvero necessario avere una determinazione da reporter, molto poco resta del turista e anche del viaggiatore se vogliamo dirla tutta.
    Quando in paesi così totalitari ti sequestrano il passaporto, la paura riscrive in un sotto-testo sincopato l’avventura che certamente racconterai, ma che forse avresti preferito non vivere.
    A me successe in Russia, malamente scortata fino all’ufficio per il rimpatrio degli immigrati senza documenti, in 24 ore di delirio ed una cena memorabile.
    Quindi grazie per questa lettura informata e come sempre completa (poesia, obiettività e ironia)

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