MINSK (BIELORUSSIA) – tre giorni a zonzo per la città
Oggi per i cittadini italiani che voglio recarsi in Bielorussia non serve più il visto, se si sta meno di trenta giorni, ma é importantissimo avere l’assicurazione (viene chiesta ed analizzata attentamente all’arrivo in aeroporto: l’addetta al controllo passaporti ha chiamato un poliziotto che parlava italiano e le ha fatto leggere la mia polizza).
Minsk é una città particolare, distrutta e ricostruita più volte dalla sua fondazione nel 1067, che non ti lascia indifferente: La lunghissima Prospect Nyezalyezhnasti che taglia in due la città ha da 2 a 4 corsie per senso di marcia. Dai palazzi dell’era sovietica, enormi orridi condomini e palazzi statali monumentali si passa alla parte moderna tuttora in costruzione, fatta di facciate in vetro e modernità da metropoli americana.
La Cattedrale ortodossa dello Spirito Santo ha due torri in stile barocco, mentre spicca per il suo colore rosso la chiesta dei Santi Simone ed Elia, in stile neo-romantico situata sulla piazza Plosca Nyezalyezhnasti, quest’ultima dedicata a Lenin. Ma uno dei simboli della città è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, la più antica di Minsk.
Per sentire l’atmosfera di questa città di due milioni di abitanti ma non caotica, suggerisco di armarsi di scarpe comode e passeggiare tra i parchi rilassanti e i viali immensi, lungo il fiume fino all’isola delle Lacrime, costruita in onore dei bielorussi morti in battaglia (si ricordano i caduti della guerra in Afghanistan degli anni ottanta), per finire in un’oasi di bellezza, il Gorky Park.
Una sosta davvero golosa al Ristorante Vasilki (di fronte al palazzo del KGB),
bell’atmosfera rustica ma curata; cucina bielorussa tipica: da segnalare i pelmeni, versione nordica dei tortelli con ripieni di pollo e maiale o patate e funghi serviti con burro fuso o salsa di formaggio e crema acida, spesso decorati con cipolle sottili fritte, deliziosi ma da pasto unico o consigliati prima di una maratona digestiva.
La cucina Bielorussa ruota intorno alle patate e alle zuppe. Alcune varianti delle patate sono: I draniki, delle frittelle di patate farinose fritte nell’olio e servite con yogurt o panna acida (onnipresente nei piatti bielorussi). Il babka: tortino di patate grattugiate con aggiunta di cipolle, uova e bacon fritto, servito con panna acida ed erbe aromatiche. Il pirozhki è una pasta lievitata, cotta al forno e ripiena con verdure , purè di patate, cipolle, uova; esiste anche la versione dolce co frutta secca, ricotta o marmellata.
Le zuppe percorrono i paesi intorno e si presentano in tante varianti, da quella di barbabietola alle versioni arricchite con carne di maiale e vitello o anatra o patate e verdure a quella ai funghi, servita nel pane raffermo. Per non parlare della mochanka, anche questa fa il giro dei paesi dell’est: una zuppa di carne stufata servita con sottilissime frittelle di patate. E per i carnivori ecco i shashlik, il kebab russo di provenienza georgiana: deliziosi spiedini di carne di montone marinati con cipolla e alloro per un paio di giorni, oppure il maialino da latte stufato, il cosiddetto piatto della domenica. Dopo aver assaggiato buona parte dei manicaretti locali, sono uscita raggiante di felicità e colesterolo, pronta ad un’ennesima passeggiata tra i parchi della città.
Da bere come digestivo ottimo un liquore (brandy) con miele, zenzero e limone.
Un quartiere molto interessante di Minsk è una vecchia zona di fabbriche abbandonate. Nella prima periferia della città, quando pensavamo di esserci persi tra brutte costruzioni, vie deserte e silenzio da film dell’orrore, ecco apparire all’improvviso un’immensa visione di colori : il brasiliano Rogerio Fernandes e l’artista locale Cowek stanno ridando vita a questo quartiere, con enormi murales che tappezzano le vecchie fabbriche dismesse. Ed ecco che Frida Kahlo e Vincent Van Gogh volano in aria in bianco e nero. Consiglio di partire da Kastrycnickaja Vul., per ritrovarsi a breve, dopo un grande birrificio, circondati da colori e fantasie come in una favola moderna. Qualche bar stile Greenwich a NY, alcuni negozi in questo street art museum in evoluzione, che merita indubbiamente un pomeriggio / sera.
Tornando in città, se volete una fantastica colazione la domenica mattina quando la città è vuota vi consiglio Svobody.4 vicino alla cattedrale (aperto dalle 10:00 alle 02:00) : una bella terrazza all’aperto (clima permettendo) o un’accogliente atmosfera , un bar trendy con ottime eggs benedict, o marmellate handmade. Gestito da giovani molto attenti anche alla presentazione, davvero una chicca per gli occhi ed il palato.
Un altro ristorante interessante è il Cafè Grai, una taverna raffinata, il cui interno é fatto di fiori e riproduzioni alle pareti delle opere di Kasimir Malevich, poiché lui e Marc Chagall insegnarono nella vicina scuola dell’arte.