Le Isole Marshall sorgono nell’Oceano Pacifico e sono una Repubblica indipendente che fa parte dell’ONU dal 1991. 29 atolli e 5 isole principali, con insediamenti stabili, più una serie di isolette disabitate. Nel 1885 le isole divennero una colonia tedesca. Seguirono l’invasione giapponese e poi furono cedute agli Stati Uniti,  dopo la seconda guerra mondiale, come territorio fiduciario delle Nazioni Unite, fino all’indipendenza formale del 1986. Il clima è caldo umido tutto l’anno, anche nella cosiddetta stagione secca (da novembre a marzo): io sono stata qui a marzo e credetemi, durante il giorno l’afa e’pesante e, di sera, le 🦟 zanzare decisamente fastidiose.
La capitale Majuro, sorge su una lunga striscia di terra, di circa 50 km.
Se vi mostro questa foto, sono certa che penserete tutti al primo Bikini.
Ed è proprio così, ma la cosa strana è che il sarto francese Louis Reard, il 5 luglio 1946, inventò il primo costume a due pezzi, chiamandolo Bikini in “onore” dell’atollo di Bikini, nelle Isole Marshall, dove solo pochi giorni prima,  gli Stati Uniti portarono avanti esperimenti nucleari, con lo scopo di studiare l’effetto delle bombe nucleari sulle isole, sul mare ecc.
Per il grande sarto, l’introduzione del nuovo tipo di costume avrebbe avuto effetti esplosivi ! Mi sembra davvero un parallelo decisamente strano e forse anche molto azzardato, visto i disastri avvenuti,  all’epoca, sul piccolo atollo. Ma, oggi, l’atollo di Bikini (che significa luogo del cocco) e’ un sito esclusivo per i sub molto esperti, che devono prenotare con largo anticipo il “diving tour” nella zona, effettuato con una specifica nave in all inclusive. Malgrado  i costi siano molto elevati, c’è una lunga lista d’attesa, di anni, per poter partecipare al viaggio. Qui si trovano alcuni tra i più interessanti relitti di navi e aerei affondati proprio in questa zona. “ Il Saratoga,
il Prinz Eugen
e altri, Â sono oggi popolati da moltissime specie di pesci: un vero sogno per gli appassionati di immersioni.Â
Non voglio soffermarmi e commentare gli esperimenti atomici di quegli anni,  perché qui nessuno ne vuole parlare, anche se  sappiamo che, dal 1946 al 1958, gli Stati Uniti fecero esplodere 67 bombe atomiche sulle isole: questo corrisponde a circa 1,6 Hiroshima al giorno per 12 anni
consiglio, tuttavia, una visita all’Alele Museum and Public Library di Majuro, il Museo Nazionale del Paese e Biblioteca Pubblica, per scoprire la cultura locale.Â
Majuro e’ caotica, per lo meno, lungo la strada, le auto sono in coda a tutte le ore del giorno. Malgrado il centro città si sviluppi in pochi chilometri, la gente si sposta in auto, per il gran caldo e perché i taxi sono collettivi (si fermano ovunque, caricano anche 4 persone, 5 con i bambini e costano pochissimo, 1$).
Le Marshall fanno parte di quel gruppo di paesi poveri e vulnerabili che hanno bisogno di aiuti per far fronte ai cambiamenti climatici. Un’organizzazione internazionale ha acquistato alcuni scuolabus e autobus, (sperando di ridurre il traffico e l’inquinamento), che però, purtroppo, giacciono arrugginiti  e abbandonati: “noi amiamo guidare, e amiamo le auto, e’ un nostro status symbol!”.
Su tutta l’isola c’è un luogo solo, ATN, dove si può comprare una SIM card per il telefono, ma quando mi reco sul posto, le carte sono finite e non si sa quando arriveranno (3 giorni? Una settimana?).
Anche gli Hotel sono pochi e, sostanzialmente,  due i “migliori”: ho soggiornato in entrambi e devo dire che, soprattutto il “prestigioso” Marshall Island Resort (conosciuto da tutti come MIR) è decisamente sopravvalutato. Viene venduto con il miglior Wi-Fi (in realtà disponibile solo nella hall e nel ristorante e spesso in blackout, anche se quest’ultimo succede in tutta la città ) e con piscina (certo, la piscina esiste, ed ha anche l’acqua, ma mi è stato detto che è in manutenzione da molti mesi e non si sa quando sarà riaperta ai clienti dell’hotel).
L’altro Hotel è di proprietĂ della famiglia Reimers ed ha camere di vario genere. Anche qui, sarebbe necessario un bel rifacimento, anzichĂ© la manutenzione decisamente sommaria. I bungalow sul mare sono carini, ma, considerando che il clima è afoso di giorno, mentre di sera arrivano stormi di zanzare, la bella terrazza è inutilizzabile, perlomeno in questa stagione.Â
non lasciatevi ingannare da questa bella visione. In realtĂ , vicino ai bungalow, Â ci sono alcuni dei tanti rottami di navi abbandonate, non solo durante la guerra.
Majuro è lontana dall’immagine romantica di paradiso tropicale: brutti edifici, aria pesante, cani randagi che attraversano la strada,  facendo rallentare ancora di più la colonna di auto. Le spiagge sono quasi inesistenti, o meglio i pochi, piccoli fazzoletti di spiaggia vicino al centro sono discariche a cielo aperto. L’unica spiaggia bella è Laura Beach,  a oltre 40 km dalla città .
Le due estremità dell’isola si chiamano Rita e Laura: Robert mi dice che è in onore di Rita Hayworth e Lauren Bacall.
Ho affittato un’auto per avere la libertà di fermarmi quando volevo. In realtà il traffico finisce molto presto; dopo alcuni  chilometri si esce dal centro, e, all’improvviso, non c’è più nessuno. L’unica strada che corre lungo  il paese, è poco frequentata e, ogni tanto,  diventa un piccolo pezzo di asfalto in mezzo a due mari
Questa è una foto scattata dall’aereo
Poi inizia un bel paesaggio , in mezzo ad una natura rigogliosa
I villaggi sono silenziosi e fatti principalmente di case semplici, con animali che girovagano nel cortile
Qualche piccolo negozio vende l’abbigliamento tipico delle donne locali, gonne con ricami colorati
In compenso è impressionante il numero di luoghi di culto che si incontrano. Sono molte le religioni presenti, in un paese di grande fede. Guardate quante chiese ho trovato nel tratto verso Laura beach
prima di arrivare alla punta estrema del paese , le mura di una scuola raccontano, in immagini, la vita e la storia  di queste isole.
Finalmente arrivo a Laura beach
Laura Beach e’una bella distesa sabbiosa incontaminata, con la rena di minuscoli coralli dai colori tenui che vanno dall’ocra al rosa. Le palme sventolano sotto un vento che alita caldo e forte, ma piacevole, quando ti immergi in un’acqua che sembra una piscina riscaldata. In settimana regna la pace: i turisti sono molto rari da queste parti.
Attenti alle maree, che cambiano velocemente.
All’interno, in mezzo alle palme, ci sono le tombe degli abitanti: lo spirito degli avi aleggia in quest’atmosfera ovattata.
Uscita dal villaggio, un enorme cartello mette in evidenza un grave problema del paese: l’obesità dei bambini, sempre di più attratti dal cibo “occidentale” dei fast food, e qui, quello in scatola o in sacchetti di plastica, pieni di coloranti e conservanti
La cucina delle Marshall non ha una propria identità , ma è una fusione di gusti e sapori di vari paesi. Purtroppo le Marshall, come la maggior parte delle isole del Pacifico, non sono il luogo ideale per i vegetariani. La verdura fresca è quasi inesistente, ed anche nei migliori ristoranti, il contorno vegetariano sarà una macedonia di verdura in scatola.
La frutta è rara, a parte le banane. Ma, per gli amanti del pesce crudo, come me, sarà un trionfo.
In compenso,  è sconsigliato bere acqua non filtrata, anche negli hotel.
La vera bellezza delle Marshall, la cartolina con la spiaggia incantata, le palme che si inchinano alle tante sfumature di smeraldo, e la sabbia di micro coralli che si attacca ai piedi come una maschera di bellezza, si trova nelle isole intorno alla capitale. Non è necessario allontanarsi troppo.
Reimers Hotel possiede un’isoletta, a circa 30 minuti dal porticciolo. Ci si può andare in gita in giornata, come fa la maggior parte della gente, oppure restare a dormire in uno dei tre bungalow a disposizione. Non certo il lusso, ma una bella esperienza di immersione totale con la natura ed il mare.Â
Ho scelto di trascorrere due giorni su Eneko Island. Qui le strutture sono essenziali, devi portarti il cibo e l’acqua, dalla capitale. Ci sarĂ una mini cucina in camera , con una piastra ed un bollitore.Â
Per due giorni sono stata l’unica ospite di questo angolo di paradiso, io e la coppia di guardiani dell’isola.
Questa è stata la mia casa: notti paradisiache con l’alta marea che sfiorava il mio bungalow; da qui si sentiva lo schiocco dei baci del mare sulla sabbia. Non mi è mancato nulla, ne’ la connessione internet, ne’ l’interruzione della corrente (anche se ci sono dei pannelli solari), ne’ le comoditĂ classiche delle grandi isole.Â
Il secondo giorno, il guardiano dell’isola è andato a pesca, con il fucile che ha costruito lui, a mano,  ed è tornato con alcuni pesci che ha cucinato creando una buca nella terra. Me ne ha offerto uno: una gradita sorpresa.
Il viaggio da Eneko Island alla capitale, costeggia una collana fatta di isolotti, tutti uguali, tutti diversi, tutti meravigliosamente fotogenici.
Il capitano è molto simpatico e chiacchieriamo durante il tragittoÂ
ad un certo punto rallenta, per mostrarmi il piccolo aereo da guerra abbattuto proprio in quelle acque. “Sai, oggi è pieno di vita, ogni tanto scendo a vedere l’incredibile fauna marina che abita in mezzo a questi rottami arrugginiti”.
Da uno di questi isolotti, proviene una storia straordinaria.Â
Quando ho chiesto nel mio Hotel informazioni sulle isole vicine, la proprietaria mi ha detto: c’è un’isola esclusiva, poco distante, Bikendrik Island . La proprietaria è una carismatica signora, che ha avuto una vita « straordinariamente appassionante ». Mi sono incuriosita e, dopo aver sentito una breve storia, ho deciso di scriverle una lunga lettera. Due giorni dopo, ho ricevuto una risposta : un invito a trascorrere un po’ di tempo sulla sua isola.
Emozionantissima, sono andata a trovare una discendente di una nobile famiglia Austro Ungarica.
Dopo una laurea in Giurisprudenza (che le servirà poi, nel suo lungo percorso, anche come difensore dei diritti umani), va a gestire una società di famiglia, di costruzione di strade e ponti, con oltre tremila dipendenti, nell’ex Zaire (ora DRC) di Mobuto. Si innamora follemente, ricambiata, di Kayser Lutz (anche se la famiglia era contraria perché lui era più grande di lei di 11 anni, ed aveva fama di playboy). Lui è il geniale ingegnere tedesco e pioniere dei razzi a basso costo. La sua Otrag (Orbital Transport and Raketen Ag) e’ stata la prima società di sviluppo, produzione e lancio di razzi commerciali, insomma il primo monopolista dei lanci spaziali con i razzi low-cost. Un uomo decisamente visionario, negli anni ´70-80.
Era talmente avanti che spavento’ le potenze dell’epoca, tant’è che anche il presidente sovietico Breznev ed il francese Giscard D’Estaing esercitarono una forte pressione politica sul governo tedesco per fermare il progetto. C’è chi dice per paura di un utilizzo in campo militare e chi, semplicemente, perché  la concorrenza di un progetto low-cost, quindi abbordabile per molti, poteva dar fastidio a coloro che erano abituati agli enormi guadagni del settore spaziale. Fatto sta che, purtroppo,  il progetto fu ostacolato. Susanne e Lutz vissero oltre 15 anni sotto la protezione di Gheddafi: erano gli unici amici occidentali del leader libico. Susanne mi conferma il gran carisma del Dittatore, con la sua uniforme sempre perfetta: “sembrava un Dio greco, dallo sguardo magnetico. Furono anni incredibili, sembrava di vivere in una fiaba, attorniati da quel mondo così lontano dall’esterno. Giravo a cavallo nel deserto e poi vivevo in un reame dove la ricchezza non era solo sfarzo. Ci si confrontava, i nostri dialoghi erano tra menti vivaci ed accattivanti. Finché, un giorno, Gheddafi iniziò a cambiare e divenne un altro, prigioniero di se stesso. E poi….la sua storia la conoscete bene. Noi perdemmo tutto, ma il nostro amore era la nostra forza. Malgrado ogni tanto ci fossero divergenze, quello tra me e Lutz, era un amore travolgente, di quelli che auguro a tutti di avere nella vita. Abbiamo fatto tutto insieme, fino al giorno in cui lui è spirato tra le mie braccia. Ricordo anche con piacere, gli incontri con Saddam Houssein, una raffinata intelligenza politica, non voglio parlare d’altro…. lui era solito regalarmi cuccioli di animali, perché sapeva che li adoravo. una volta mi regalò due falconi, un’altra un’aquila reale, e poi puledri e cavalli. Amavo il suo senso dell’umorismo.  Quando tutto fu perso, decidemmo di cambiare completamente vita e di affittare per 100 anni un’isola in un posto lontano, fuori dal mondo. Qui, nelle Marshall, Bikendrik era la classica isola dei naufraghi, con arbusti insidiosi, zanzare e nessuna attrattiva. Iniziai personalmente a piantare i fili d’erba uno per uno e dar vita ad ogni angolo di terra. Nel frattempo anche i nostri oggetti personali, compresi rari quadri di famiglia dell’alta nobiltà , come dire un pezzo di storia dell’Austria dei tempi d’oro, erano spariti, rubati durante la lunga spedizione dall’Europa. Ma conservo comunque qualche chicca, che avevo sempre con me. Nel mio Resort, l’ospite è unico, ci sono solo 3 lodge, ed io mi occupo di tutto, soprattutto della cucina (ho un diploma del Cordon Bleu). Chi viene qui sa che vivrà un’esperienza unica”. E lo confermo, tra Lodge personalizzati e pieni di charme ed una raffinata cucina con prodotti unici che arrivano, dal mondo intero (la carne Kobe dal Giappone, la noce moscata dalle Filippine, lo zafferano dall’Iran, i vini dalla Francia, tanto per citarne alcuni).
“
Purtroppo la mia grande storia d’amore e’ finita qui, quando Lutz è spirato, tra le mie braccia, sette anni fa. Non ha fatto in tempo a vedere il documentario (quasi un thriller politico) che è stato realizzato con lui, qualche anno prima, ed è uscito nelle sale, postumo. Fly Rocket Fly raccoglie i filmati d’archivio degli ingegneri, temerari ed appassionati, nella giungla del Congo, alla ricerca della conquista dello spazio”
Susanne ama la scrittura: ha pubblicato un thriller. E sta lavorando su un libro sulla sua vita…. Rocket and Dictators. Susanne fuma di continuo, ed ogni tanto lancia una frase che mette un potenziale lettore in curiosità : « sono sopravvissuta all’avvelenamento da cianuro di potassio, io,  nulla mi fa più paura ! ». Non vedo l’ora di poter leggere la storia di questa coppia così intrigante. A chi va nelle Marshall non posso che consigliare di trascorrere un po’ di tempo nel resort, perché, malgrado il costo apparentemente elevato (circa 1000US$/notte), l’esperienza è davvero unica e se, come me, avete la possibilità di chiacchierare con Susanne, il vostro viaggio torna con “la valigia” piena di racconti.
Un viaggio, per me è anche questo, un incontro inaspettato, in un luogo sperduto, che ti catapulta in un giro del mondo e ti manda a letto senza bisogno di un bel sogno …. Perché lo hai appena vissuto.
Ora parto per una nuova avventura