Trans Mongolia: dalla Siberia a San Pietroburgo via Mosca

Giorno 16/07 Partiti alle 15:22 da Ulan Bator ed arrivo il giorno seguente a Irkutsk alle 14:37. Sul treno i controlli alla frontiera sono severi….. dopo il passaporto vengono aperte tutte le valigie e scrutate attentamente. Il treno da Ulan Bator a Irkutsk è pieno di turisti. La principale differenza tra un treno in rapporto ad una camera d’albergo è la nostra visione che cambia regolarmente. Ed ecco che al mattino ti svegli in un mondo nuovo: i cieli immani, il colore bruciato del deserto del Gobi, l’immenso ……ed io m’illumino!

Apro la cartina e mi rendo conto che abbiamo percorso solo una frazione infinitesimale della Mongolia: mi sembra una vita che sono in viaggio tanto sono intensi gli sguardi attraverso il finestrino. Un lungo viaggio in treno lasciandosi cullare è come anticipare la vita a 80 anni: è la vita che si sta godendo mia madre, che mira con aria assente dalle finestre, rompe le scatole in italiano allo sprovveduto straniero che si siede di fianco, fa un lungo pisolino, legge un libro lasciandosi dolcemente trasportare dal movimento sereno delle rotaie, sgranocchia un biscotto con il mondo che le passa davanti. Momenti semplici ma speciali.

Tutto Il mondo è sul treno: il neozelandese logorroico in cerca di una preda cui raccontare la sua insulsa vita dopo la vedovanza, una dolce e tranquilla coppia very British, lei con un delizioso cappellino d’altri tempi, due tizi dai lunghi capelli bianchi, unico cimelio da figli dei fiori, una strepitosa signora mingherlina che insegue i fumi dell’alcool e una coppia di sposini, lei piuttosto matura e lui con una giovane barba incolta, con lo sguardo devoto.

Entrati in Russia, o meglio in Siberia,il paesaggio cambia….foreste di larici all’infinito. Si costeggia il Lago Baikal tra piccole spiagge e case di legno: Siamo in Buriazia , regione centro-sud della Siberia, lungo la costa orientale del lago Baikal. La popolazione è all’80 per cento buddista, solo una parte, emigrata dal Kazakistan, è mussulmana

 

 

Irkutsk è nella Siberia centrale a più di 5000 km da Mosca, la temperatura media annua: −0,6 °C, la Temperatura media del mese più freddo (gennaio): −20,3 °C e la Temperatura media del mese più caldo (luglio): 17,8 °C . Ma noi siamo davvero fortunate : questa pazza estate ci farà percorrere la regione con punte di 25-26 gradi, per lo più sotto un sole brillante. Grazie ad un buon lavoro urbanistico la città è detta “la Parigi della Siberia”. Le chiese ortodosse sono piccoli capolavori con icone e splendidi decori sulla parete esterna della chiesa visibili dalla strada. Come molti centri della Siberia la popolazione di Irkutsk discende da deportati dei vari regimi, prima lo zarista, poi quello stalinista.

 

Ma la vera scoperta, meraviglia della natura, sarà Olkhon, la più grande isola del Lago Baikal e famoso centro spirituale.

Olkhon è un vero gioiello. Poco importa se per arrivarci ci sono 5-6 ore di autobus lungo una monotona strada dove l’unica gioia sono le contadine accovacciate sugli argini che vendono mirtilli appena raccolti : l’aria profuma di rosso fresco . Ed un traghetto di mezz’ora, che diventano ore e ore per chi viaggia con auto privata in estate per le lunghe code d’attesa. Fortunatamente i pulmini sono prioritari e sorpassiamo la lunga fila di occhi infuocati che ci fulminano al nostro passaggio.

Sull’isola c’è una diversità di paesaggi: taiga, steppa, baie riparate, spiagge di sabbia con dune, colline, boschi di larici e abeti, massi ricoperti di muschio, paludi con piante acquatiche. L’isola è ventosa ed oggi è una straordinaria giornata di sole.

il villaggio di Khuzhir , il centro abitato più importante dell’isola, è lontano, ad un’ora di strada sterrata dall’arrivo del ferry, strada fatta di salti e buche e vuoti. Tutte le strade dell’isola sono terra più o meno battuta.

L’occupazione principale della popolazione (circa 1500 abitanti) è la pesca. Una volta che l’elettricità è stata portata sull’isola, da poco più di un decennio, guesthouse e piccole imprese hanno iniziato a svilupparsi e, di conseguenza, si è sviluppato anche il turismo.

La Roccia dello Sciamano è di una bellezza misteriosa sotto un sole anomalo. Misteri e storie fantastiche avvolgono questo luogo sacro : La leggenda narra che una delle 337 figlie del Grande Uomo Baikal, sia uscita di casa, mentre il padre e le sorelle dormivano, per incontrare l’Uomo-fiume di cui si era follemente invaghita. Il padre, rabbioso, al risveglio, scagliò contro la figlia una pietra che rotolando formò la Shamanka, proprio la Roccia dello Sciamano. Oggi la roccia e’ uno dei nove posti più sacri dell’intera Asia. I Buriati, la popolazione indigena e imparentata coi Mongoli, praticano lo sciamanesimo e sostengono che l’isola sia un grande “centro di energia”.

Lo sciamano ha una visione animistica del mondo. L’animista ritiene che tutte le parti della Creazione siano vive e dotate di uno spirito. Per l’animista, come noi abbiamo un’anima, anche tutti gli animali e le piante e le nuvole e le rocce e le montagne ed il sole e la luna, tutto, proprio tutto, ha un’anima.

E non dimentichiamo che il lago Baikal, che la circonda, è una delle sette meraviglie della Russia. I paesaggi sono pittoreschi, con le case di legno con porte o tetti colorati, baie e spiagge di sabbia, come Saraysky , 3 km di idillio….una lunga striscia di arenile sabbioso con dietro una pineta. Qualche ardito fa il bagno.

 

Il villaggio di Khurzhir è un posto che profuma di passato: le case sono in legno (i mattoni ed il cemento fortunatamente qui non sembrano esistere). I cani, i gatti e le mucche camminano tranquillamente nelle vie polverose in grande libertà. I pulmini sono tutti uguali, usciti da un libro degli anni 50, ma l’interno sembra rifatto a nuovo. Un ragazzo lucida con uno straccetto il mezzo che porterà i turisti in giro per le strade piene di sabbia e polvere.

Il giro dell’isola sono 71 km di felicità: dall’arido villaggio si passa a boschi di larici, un polmone di aria pura, paesaggi pittoreschi, baie di sabbia, ripidi promontori con forme insolite. E sopra di noi le nuvole sono zucchero filato rosa che ricordano le sagre di paese dell infanzia .

La specialità culinaria del lago Baikal è l’Omul, un pesce il cui gusto ricorda il lontano parente salmone. Purtroppo, essendo una specie in via di estinzione, ne è stata proibita o meglio controllata la pesca. Per questo qui è diventato quasi introvabile ed è in vendita solo in un piccolo negozietto e nel minimarket del villaggio.

Un piccolo museo etnografico, fondato da un direttore ed insegnante di nome N. M. Revyakin negli anni 50, si trova nel paese. Revyakin era un grande studioso di etnografia, storia e scienze.

Dopo due giorni sull’isola felice sotto un sole da favola, la mattina della partenza grandi nuvole ci salutano. Quando il cielo diventa plumbeo la scena diventa una tragedia: e si può solo immaginare la dura vita nei silenti e gelidi mesi invernali, dove una lastra di un metro e mezzo di ghiaccio costringe i turisti a pattinare sul lago con l ‘auto….dev’essere un’esperienza straordinaria.

Rientrando a Irkutsk per un tratto si costeggia nuovamente il Lago Baikal: sotto un cielo, diventato plumbeo, onde increspate sembrano un mare vasto e immusonito.

Il treno Pechino-Mosca attraversa 6 fusi orari, quindi esiste il problema di capire che ore sono, qual’è l’orario delle fermate, dove cambiano i fusi orari all’interno di uno stesso paese. Per risolvere questo problema, in tutta la Russia, sui treni, viene segnato l’orario di Mosca, seguito da tutte le fermate del lungo percorso. Ad esempio, sul tabellone degli orari c’è scritto che il treno arriverà a Irkutsk, sul lago Baikal, alle 2 del mattino, ma in realtà quando il treno arriverà a Irkutsk il sole sarà già sorto, perché quando a Mosca sono le 2, sulle sponde del lago Baikal sono le 7 del mattino. La stessa cosa vale nelle varie stazioni del treno. Se da Irkutsk si dovesse prendere il treno per andare a Pechino, bisognerebbe prendere quello delle 2 del mattino, ovvero andare in stazione alle 7 del mattino locali. Sembra tutto estremamente complesso, ma funziona così e dopo un po’ ci si abitua a due orari (reale e mentale).

Il tratto che da Irkutsk porta a Mosca dura 3 giorni e mezzo. Il brontolone arriva da Vladivostock ed ha già percorso 4100km dei 9300km per raggiungere Mosca. Ogni treno è diverso: questo è un fantastico treno locale che fa ben 120 fermate nel suo lungo scorrere.

È il treno del popolo, i turisti come noi si contano, anzi per l’esattezza siamo 4, una coppia di inglesi in viaggio di nozze, mia madre ed io. Non esiste la prima classe. L’acqua bollente è sempre disponibile in ogni carrozza per preparare il te’ o zuppe istantanee, sorta di spaghettini con due bustine di salsa, cui aggiungere acqua bollente: lasciar riposare alcuni minuti. Sembra la “specialità “ del treno. Tutti i nostri vicini (nel lungo viaggio divideremo la cabina con più famiglie che salgono e scendono regolarmente nelle più o meno grandi città che attraverseremo) sembrano non farne a meno. Io preferisco decisamente il cibo che offrono le donne alle fermate. Ogni 3-5 ore il treno si ferma in una stazione per 20-30 minuti. A volte si ha la fortuna di trovare donne con il loro grembiule e piatti coperti da uno asciugamano che copre chicche nascoste: hanno lavorato la notte per preparare deliziose polpette odorose di carne, riso e verdura, e pani soffici dai profumi della nonna, e pirozkhi: frittelle di patate, verdure, fegato e funghi e krapfen salati con un bel salsicciotto all’interno.. in una stazione splendidi pesci affumicati pendevano da un attaccapanni: avrei voluto osare, ma poi pensai che dividevamo lo scompartimento con madre e figlia, e non sapevo se avrebbero gradito l’odore intenso.

 

E poi le migliori fragoline di bosco mai mangiate in vita mia. Sono cresciuta in campagna e la mia infanzia ricorda fragoline raccolte nel bosco dietro casa. Ma queste odorano di fresco, di dolce, di nettare, sembrano minuscoli dolcetti dal gusto squisitamente naturale. Mani rugose bruciate dal vento : una donna giovane ma vecchia dentro tiene stretta i 2 cestini preziosi. Corro per accaparrarmene uno, giusto in tempo perché una donnona dai capelli tinti color pannocchia, le sopracciglia tatuate di un orribile color prugna e lunghe unghie laccate di tutti i colori dell’arcobaleno, si avventa e strappa un cestino. Dietro di me una piccola coda in attesa, ma è troppo tardi. Risalgo sul treno con orgoglio per essere riuscita a comprare l’oro del giorno. Siamo a Iilanskaya (4887 km).

 

Sul treno quasi nessuno parla inglese. E si riparte per l’ennesima sconfinata distesa di foreste, sempre uguali, sempre immani. Betulle allineate in fila indiana per centinaia di km, interrotte da qualche breve pianura, ma essenzialmente è un viaggio nella foresta. Non me l’aspettavo così florida, la Russia, se si pensa che in questa parte di mondo buona parte dell’anno la temperatura va sotto zero, e non di poco. La Transiberiana è la principale via di trasporto di merci dall’Oriente all’Europa, perché decisamente più rapida e capiente delle navi e molto meno costosa degli aerei. Per questo lungo il percorso incrociamo una quantità enorme di treni merci, tanti e lunghissimi. Ogni giorno passano circa 120 treni merci. Ogni tanto dal nulla spuntano agglomerati di baracche dove probabilmente non sanno nemmeno che l’URSS si è disgregata più di vent’anni fa.

 

 

Oggi diluvia, la lunga fermata a Novosibirsk attesa per far scorta di cibo fresco diventa irraggiungibile. Tento di scendere dalla carrozza, ma vento e scrosci come se mi buttassero un secchiello di acqua in faccia mi fanno desistere anche solo dallo sgranchirmi le gambe. Troppa strada per raggiungere l’uscita della grande stazione. Oggi si opta per il ristorante del treno, vuoto, completamente privo di clienti. In effetti visti i prezzi decisamente alti in rapporto alle città e considerando che in tutto il treno siamo solo 4 turisti, è comprensibile. In realtà un Borsch (tipica zuppa di barbabietola e carne e cipolle e verdure e coriandolo)e una Solyanka, altra zuppa tipica, contenente pezzi di carne mista (manzo o maiale) e poi patate, cipolle, carote ed altre verdure costeranno 10€. Con lo stesso prezzo in due a Irkutsk abbiamo fatto un pasto completo, primo, secondo e dolce . Per noi logicamente non è molto ma in un paese dove il reddito medio è inferiore ai 600€ è un grande lusso.

Al km 7800-7900 (da Vladivostock), a circa 1500 a Mosca (a qualche decina di km da Perm) si incrociano le pendici degli Urali che fanno da corona.  In questo tratto tuttavia raramente raggiungono i 500 metri s.l.m per cui è difficile dire che siamo in montagna

Il telefono non da segnali, per la maggior parte, non c’è nessun wi-fi, e , si è vero , fondamentalmente non c’è nulla da fare. Eppure posso garantirvi che 3 giorni e mezzo in treno sono trascorsi alla velocità di un giorno .

Arriviamo a Mosca come previsto alle 11:13 esatte, anzi alle 11:12. Questo treno che arriva da Vladivostock ha percorso esattamente 9301 km in 6 giorni 16 ore e 51 minuti…..e si ferma al terminal con un minuto di anticipo. Straordinario….

L’impatto con la metropoli è incantevole: il tassista, bolso e lento, ci sente parlare e felice esclama: Adoro l’Italia ed i cantanti italiani. E parte in sottofondo una canzone di Albano e Romina degli anni 70-80, seguita da uno schermo con i nostri beniamini in bianco e nero…..Poi, orgogliosissimo ci annuncia la chicca, il suo cantante preferito, Italianissimo, naturalmente: Francesco Napoli: Ed ecco che un tassista russo ci fa conoscere un “famosissimo” cantante italiano!

 

Mosca è una serie infinita di sorprese, una vera Matrioska, apri la prima e ne viene fuori un’altra e un’altra ancora. Dal Cremlino, una roccaforte sede del potere che racchiude altri palazzi enormi, come i giardini e le fontane. La Piazza Rossa, monumentale, 700 metri di bellezza tra i magazzini GUM, un centro commerciale costruito nel 1800, con i suoi tre piani di lusso, frequentato dai ricchi moscoviti in cerca dell’abito di ultima tendenza o dal gioiello prezioso. Sfiorando il muro del Cremlino si nota il mausoleo di Lenin e la torre del Salvatore con il suo splendido orologio-carillon. Fino ad arrivare alla vera chicca, la cattedrale di San Basilio che, prospicente il fiume Moscova, sembra finta nella sua perfezione, con i suoi colori brillanti e le strane cupole, simili a grandi cipolle sgargianti.

Attraversare il ponte e passeggiare lungo la Moldova ti dà una prospettiva vera del Cremlino, in tutta la sua maestosità, un’inquadratura da cartolina. Una lunga passeggiata passa davanti all’Università, allo splendido teatro Bolscioi, lungo i viali immensi, ed i parchi, impeccabili polmoni di verde.

Se volete rifocillare le papille e far gioire gli occhi lasciatevi sedurre da una sosta nel magico Café Pushkin, un luogo d’altri tempi, una vera perla in città. I piatti serviti tra un’atmosfera fin de siècle in un palazzo barocco su viale Tuerskoy. Gilbert Bécaud negli anni ’60 scrisse in una canzone (Nathalie):

….Elle parlait en phrases sobres De la révolution d´octobre Je pensais déjà Qu´après le tombeau de Lénine On irait au café Pouchkine Boire un chocolat. 

Se le vostre tasche non permettono una lauta cena in mezzo a libri annosi e vasi di farmacia, e candelabri preziosi, non preoccupatevi: la pasticceria (che fa parte del ristorante) è pronta ad accogliervi tra splendidi dolcetti dai mille profumi e fogge perfette e cioccolate bollenti o nettari di frutte.

 

Se volete provate un’esperienza unica, ed avere la possibilità di socializzare con la gente del posto, vi consiglio una giornata nella sauna: Le lussuose Terme di Sanduny ti fanno tornare indietro di mille anni. Sfarzosa, la più antica banja (traducibile come stabilimento termale) in Russia, si trova nel centro di Mosca. I bagni furono realizzati per l’aristocrazia oltre 200 anni fa, ed ecco che si aprono le varie sale dallo stile rococò a quello moresco ed una sala in stile gotico.

 

Per raggiungere il paradiso occorre seguire un rituale preciso: dopo aver lasciato tutti i vestiti (neanche il costume è ammesso) nello spogliatoio e indossato il berretto, di materiali naturali come feltro (per proteggere la testa dal surriscaldamento in condizioni di temperatura alta), e fatta la doccia, si entra nella “parilka” , la stanza a vapore, totalmente rivestita in legno con panchine a vari livelli e stufa in un angolo con pietre riscaldate. La temperatura media è di 70°-80°. In questa stanza, posizionate l’asciugamano sulla panchina tenendo presente che più alta sarà la panchina più elevata sarà la temperatura. Vi suggerisco di lasciarvi sedurre dal mazzo di frasche profumate e morbide come la seta, che esperte massaggiatrici passeranno sul vostro corpo, inizialmente con dei movimenti circolari per stimolare la produzione di calore. E solo dopo, senza lesinare le forze, sfregando energicamente ogni parte del corpo. Ad ogni uscita, una doccia fredda rigenerante o un tuffo in piscina con l’acqua gelida.

L’ultima tappa è la camera relax dove si può riprendere fiato, bere il tè con un delizioso miele profumato, o la bibita energizzante (succo di arancia, zenzero, gocce di limone ed il segreto del barman) e riposare, magari scambiando qualche chiacchiera con la vicina in questo ambiente cosi rilassante e rigenerante al tempo stesso. Un rito quello del bagno di vapore russo che esisteva già nel V sec. ed era usato da tutti, i principi, i mercanti, i contadini.

 

E’ ora di parlare di cucina…. La Russia ha un bel po’ da dire anche se tutto ruota su pochi ingredienti base.Le Zuppe sono le padrone, qui in Russia, le più comuni sono l’Okroshka (connubio di verdura fesca, carne e uova), il Borsch (barbabietole,patate, cavolo, ecc. e la panna acida) e la Solyanka, la mia preferita, contenente pezzi di carne mista (manzo o maiale) e poi patate, cipolle, carote ed altre verdure. Ma ovunque troneggiano i Bliny: simili alle crepes, e ripieni di qualsiasi cosa, in genere serviti con l’immancabile panna acida, i Shashlik: spiedini di carne, di pollo ma non solo, i Cheburek e i Piroshky: paste fritte ripiene in genere di carne ma anche altro, come patate, verdure o funghi. E che dire dei pelmeni? Sfoglia sottile di farina e uova, con ripieno di carni miscelate (maiale, agnello, manzo) serviti con burro e creme acide. Il top è quando sono fritti dopo la cottura fino a raggiungere un colore marrone dorato. Ma non posso tralasciare i gamberi della Kamchatka e lo storione del Baltico. Di giorno, in caso di fame tra una camminata e l’altra, consiglio una sosta in una delle tante Stolovaya (bella quella nelle Gallerie GUM), o uno dei Grabli, dei locali simili a delle mense, dove in modalità self-service, con camerierii in costume tipici, si sceglie al bancone il cibo che si desidera, molto locale, semplice ma buono ed economico.

Il treno delle 23:30 Mosca-San Pietroburgo sembra uscito da una sartoria artigianale, di quelle di taglio minimalista che curano ogni dettaglio. Le cuccette sanno di nuovo, con l’entrata in carta elettronica che apre una chicca che pare disegnata da un Philip Stark.

Un grande specchio riveste completamente la porta interna. Lenzuola di ottimo cotone e piumini soffici di quella lana calda ed avvolgente che vorresti per un cappotto invernale. Kit notte con ciabattine blu cobalto e set toelette appoggiati su divanetti grigio topo che si trasformeranno a brevi in comodi letti per la notte. Ed intorno del legno chiaro che contorna mensole di leggero metallo dal design moderno. E luci delicatamente incastonate ed oggetti a scomparsa per un confort ideale: porta bicchiere e bottiglia, porta asciugamano, porta trousse…. tutto stile barca, pardon Yacht!

Ed ecco che arriva la hostess in impeccabile tailleur grigio perla per illustrare le chicche nascoste (prese per cellulare, bicchieri di peltro con manico per il te’ e Wi-Fi (solo per tel russi) e l’uso dell’aria condizionata “privata” in ogni scompartimento, e attaccapanni in palissandro, e poggiatesta ergonomici in stoffa bordeaux e per chiedere la scelta del menu prima colazione (tra porridge, pancake e omelette con prosciutto e formaggio), insomma un vero hotel stellato su rotaie, un hotel con vista foreste di betulle e dacie e paesaggi che scivolano lentamente con il dondolio dei vagoni.

San Pietroburgo è una bomboniera, una città con influenze provenienti da tutta Europa, con contrasti architettonici, sociali ed artistici. Tra importanti edifici ultramoderni, svettano gli sfarzi ed i lussi voluti dagli zar e all’improvviso spuntano antichi monasteri e luoghi di culto: Stanno vivendo una seconda vita, dopo l’abbandono nel periodo del comunismo, sono statii ristrutturati e valorizzati.

La Nevskij Prospekt è la lunga strada (4,5 km) che attraversa il centro di San Pietroburgo .Percorrendola un sabato mattina presto, quando il mondo ancora dorme, sento nell’aria la voce di Battiato…..la prospettiva Nevski….e racconti di dolori e speranze. Oggi è città moderna, elegante, romantica. L’influenza dell’Europa non cela il suo fascino dei palazzi sfarzosi, che si affacciano sui canali (consiglio vivamente la crociera di due ore lungo i canali, naturalmente con il naso all’insù), i giardini curati, ed è particolare trovare ancora alcuni sopravvissuti supermercati statali di stampo comunista che si nascondono poco lontano dalle boutique di lusso delle più grandi firme internazionali.

 

 

’Hermitage è la quintessenza della bellezza: austero e regale. Un’enorme ostrica …..entri e la perla è li, davanti a te, con le sue mille sfaccettature racchiude il mondo dell’arte. Preparatevi a vivere n mezzo ad una collezione d’arte ricchissima con i grandi spagnoli, italiani, francesi, olandesi lì a mostrarvi le loro chicche, sessantamila gioielli che faranno brillare i vostri occhi. Un grazie a Caterina la Grande, sovrana amante dell’arte che solo nel suo periodo da zarina acquisto ben 20000 opere.

Per una sosta gastronomica la scelta è immensa: percorrere Rubinshteyna di sera vi immerge in un’atmosfera di locali con tutte le proposte possibili, dai luoghi modaioli con musica e cocktail ai ristoranti più tradizionali, come un’ottimo posto con cucina georgiana come a Tbilisi.

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